Data e luogo di nascita: Novara, 15 settembre 1820
Data e luogo di morte: Torino, 13 maggio 1890
Biografia:
Allievo dell’Accademia Albertina di Torino, risulta premiato ai concorsi semestrali di scultura negli anni 1843-1846 (Cinelli, 1980, 1435). Studiò anche a Roma alla scuola di Pietro Tenerani, che frequentò dal 1846 al 1849, dove si perfezionò pur aderendo all’idealismo classico del Canova con modi espressivi e personali. Fin dal 1845 prese parte alle esposizioni della Promotrice debuttando con Venere al bagno, “statuetta d’invenzione, in marmo di Carrara”, riprodotta sul Catalogo degli oggetti ammessi alla pubblica esposizione procurata dalla Società Promotrice delle belle arti in Torino, Torino 1845, 19, n. 86. La statuetta venne acquistata da Ferdinando Arborio Gattinara marchese di Breme e duca di Sartirana (cfr. Rocca L ., Venere al bagno…, in “Album d.ella Società Promotrice,” Torino 1845, 49-51). Predilesse il repertorio dei temi mitologici, ma anche dei soggetti destinati all’arredo, che attiravano l’interesse del pubblico delle esposizioni come si può vedere dai cataloghi della Promotrice di Torino dove espose dal 1845 al 1890. Nella copiosa produzione di ritratti, per lo più busti in marmo, Dini dimostrò abilità tecnica e capacità di resa delle figure. Del 1849 è il ritratto di Pio IX, al 1851 risale il Ritratto del cav. G. D. Vicino.
Fu nominato professore di Scultura all’Accademia Albertina di Torino al tempo in cui Tommaso Juglaris iniziò a frequentarla (1859). Ebbe grande fama per la statua del Duca Ferdinando di Genova sulla facciata del Municipio di Torino (ante 1856); per il Monumento a Vittorio Alfieri in Asti (1862), inoltre eseguì i monumenti del Generale Brignone a Bricherasio; del Conte Barbaroux a Cuneo (1879), di Camillo Cavour a Novara (1863) e del Generale Ettore De Sonnaz (1883).
Nel rinnovamento artistico, che promuoveva un diverso rapporto tra pubblico e artista, sotto la guida di V. Vela, dal 1852 alla cattedra di scultura dell’Accademia Albertina, Dini collaborò con S. Simonetta, con tematiche ispirate alla vita civile e politica.
Con una visione ormai lontana dal neoclassicismo, aveva aderito al vero con personaggi più borghesi anche nella statuaria monumentale di Torino, Asti, Novara e Cuneo.
Del 1867 è il monumento ad Alessandro Lamarmora, eseguito in collaborazione con G. Cassano (Torino, giardino della Cernaia), dove la statua in bronzo emerge da uno zoccolo di granito rosso. Dopo l’Unità mantenne una sorta di primato nei concorsi di scultura. Eseguì numerosi monumenti per il cimitero di Torino e i bozzetti in creta presentati all’Esposizione cinquantenaria (1892) della Promotrice. Stella (1893, 148) cita la sua fortunata partecipazione al concorso indetto per il monumento a Wellington a Londra.
L’ultima sua opera fu il monumento al Beato Cottolengo situata nel sovrapasso dell’Istituto della Divina Provvidenza, detto Cottolengo, a Torino.
Bibliografia:
Stella 144-149; Juglaris, Memorie storiche – I (1869); Mallè L., Le arti figurative…, Torino 1974, II, 220; B. CINELLI, La scultura, in Cultura figurativa e architettonica negli Stati del re di Sardegna 1773-1861, Torino 1980, II, 653, 703, 710 s.; III, 1435 s.; F. DALMASSO, P. GAGLIA, F. POLI, L’Accademia Albertina di Torino, Torino 1982; M.L. MONCASSOLI TIBONE, Le “pagine d’or” di Racconigi, in Piemonte vivo, n.2, aprile 1984, 27; U. THIEME-F. BECKER, Künstlerlexikon, IX, p. 309; Panzetta A., Dizionario degli scultori italiani dell’800, Torino 1990 68-69; Dizionario Biografico degli Italiani. Vol. 40, 1991.
Scheda a cura di: FS