Data e luogo di nascita: Torino, 12 gennaio 1868

Data e luogo di morte: Moncalieri , 31 ottobre 1946

Biografia:

Figlio di Stefano Margotti e Emilia Tomatis morta nel 1884 c.a. Stefano era fratello del teologo e giornalista don Giacomo Margotti (Sanremo 1822/Torino 1887) importante esponente del clero torinese che fondò a Torino insieme al vescovo di Ivrea mons. L. Moreno, al marchese Birago di Vische e a don G.A. Audisio il giornale “L’Armonia della Religione” organo del cattolicesimo intransigente ed anticavourriano.

Studiò nel Collegio convitto dei salesiani di Valsalice a Torino e si laureò in Giurisprudenza. Sposò nel 1895 Virginia dei marchesi Bartolini Salimbeni Vivaj di Firenze da cui ebbe sei figli. La sua formazione artistica fu essenzialmente autodidatta, anche se a Firenze conobbe la scuola dei macchiaioli e frequentò quella di Giovanni Fattori. Fu in amichevoli rapporti con Telemaco Signorini e i fratelli Gioli. Le prime esposizioni avvennero a Firenze a partire dal 1896, ed esordì a Torino nel 1898. Ebbe un diploma con medaglia d’argento del Ministero della Pubblica Istruzione, e nel 1900 vinse con il quadro I sonni di Gesù il concorso Alinari. Espose a Venezia (Biennale 1905), a Milano e con una certa assiduità alle mostre annuali della Società Promotrice di Torino (v.) dal 1898 al 1919 e poi ancora nel 1927. Viaggiò lungamente in Europa dipingendo paesaggi e vedute. La famiglia Margotti era molto vicina a Don Bosco e alle sue caritatevoli attività. Per questi motivi il pittore dedicò gran parte dei suoi interessi artistici ai temi dell’arte sacra, occupandosene assiduamente anche in qualità di critico per la rivista “Arte Cristiana” che a quei tempi ebbe notevole sviluppo. Lasciò numerosi quadri ispirati alla liturgia eucaristica come Me adduxerunt in tabernaculo tua e Habitabit in nobis e alcune raffigurazioni di santi come Santa Teresa del Bambin Gesù, Sant’Agostino, Santa Cecilia, l’Assunta; lasciò anche un Ritratto di don Bosco.

A Montevideo si trova la tela I martiri dell’Uganda, altri lavori sono nella chiesa di Santa Maria Auxiliadora. Durante la seconda guerra mondiale un bombardamento del 1942 danneggiò il suo studio in via San Secondo a Torino e nell’incendio andarono distrutti la biblioteca e quasi tutti i suoi quadri. Bruciò anche molta documentazione artistica che non era stata portata in salvo nella villa di Moncalieri dove era sfollata la famiglia. Margotti conobbe la pittura impressionista e simbolista francese attraverso il pittore e scrittore francese Maurice Denis (Granville 1870/Parigi 1943) col quale intrattenne amichevoli rapporti epistolari. Anche Denis si era concentrato come devoto cattolico sui quadri a soggetto religioso, tanto da fondare nel 1919 gli Ateliers d’Art Sacrée per produrre arredi da chiesa, mosaici e vetrate colorate. Il suo stile morbido e delicato, con colori pallidi e linee distese influenzò l’opera di Margotti. Alcuni suoi lavori sono stati esposti nel 2008 a Moncalieri in una mostra collettiva curata da Silvana Nota dal titolo L’emozione del paesaggio nelle opere della Collezione Civica di Moncalieri. La mostra ha documentato un “segmento storico artistico legato al territorio” (Nota).

Bibliografia:

L’Arte Sacra, Torino 1898; L’Esposizione Generale Italiana e d’Arte Sacra. Rassegna Popolare Illustrata», Torino 1898-1899; Comanducci (1934) 402; Benzi A, Le meraviglie dell’Esposizione Nazionale e i tesori dell’Arte Sacra, Torino 1898; Mostra del centenario della Società Promotrice delle Belle Arti in Torino. 1842-1942, 122; Poledrini E, Francesco Margotti (1868-1946) Pittore e teorico dell’arte sacra, Tesi di Laurea, Università degli studi di Perugia, Facoltà di Lettere e Filosofia, aa. 1999-2000; Bellini 256, III vol. (2009) 214; Moncalieri e l’emozione del suo paesaggio, nelle opere della Collezione Civica, a cura di Nota S. 2008; M. L. Reviglio Della Veneria, Recherche sui pittori di famiglia. Artisti della nobiltà tra XIX e XX secolo. Torino 2014

Fonte: Emanuela Cacherano d’Osasco

Scheda a cura di: MLRdV