Data e luogo di nascita: Torino, 8 ottobre 1830
Data e luogo di morte: Roma, 6 aprile 1886
Biografia:
Figlio del conte Francesco Giuseppe, 6° conte di Veglio, (allievo del nobile collegio Tolomei di Siena dal 1813, sottotenente del reggimento di fanteria d’Ordinanza nazionale “Granatieri Guardie” del R. esercito sardo (5 febbraio 1819), Gentiluomo di bocca del re di Sardegna dal 5 febbraio 1819, e poi Gentiluomo di camera del re di Sardegna), e di Giuseppina Gabriella dei conti Piossasco de Rossi Folgore (Manno).
Marcello Panissera, 7° conte di Veglio, signore di Bardassano e Tondonito, dal 1862 (in successione al fratello) fu nominato cavaliere di Gran Cordone dell’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1 nov. 1879) e commendatore dell’ordine della Corona d’Italia. Allievo della R. Accademia militare di Torino (dal 1844 al 1849) divenne ufficiale d’artiglieria del R. esercito Sardo. Eletto sindaco di Bardassano e poi colonnello della Guardia Nazionale di Torino nel 1864, divenne presidente dell’Accademia Albertina di Torino (v.) dal 1869 e poi presidente della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino (v.). Ricoprì numerose cariche: prefetto di palazzo e Gran maestro di cerimonie del re d’Italia (1876); grande ufficiale dello Stato (con il trattamento di “Eccellenza” dal 1878); senatore del regno d’Italia (1879, Archivio Storico del Senato della Repubblica). Partecipò alla guerra di Crimea facendo parte del corpo di spedizione sardo in Oriente, dal 16 maggio 1855 al 30 giugno 1856.
Sposò il 15 aprile 1856 Luisa (dama di palazzo della duchessa Maria Vittoria d’Aosta, + a Modane, 19 ottobre 1895, Manno) figlia del conte Edoardo Rignon. Nel ballo in costume dato a Roma nel 1870 a palazzo Caetani fece parte del gruppo che rappresentava Emanuele Filiberto, personificato dal principe Umberto di Savoia, con “alcuni archibugieri piemontesi del 1300” (vedi fotografia p 79, Gorgone, Cannelli). Definito “cultore della pittura” dal Manno, fu allievo di Ernesto Allason ed espose piacevoli opere di paesaggio alla Promotrice delle Belle Arti (dal 1861 al 1868): Settembre nel 1866; Ricordo di San Salvà nel 1867 e Corso di un fiume nel 1868. Nominato dapprima consigliere della Società Promotrice (1859-1860) ne divenne poi vicepresidente (1865) in sostituzione del conte Luigi Cibrario che aveva seguito la Corte a Firenze; ed infine fu eletto presidente (1866-1886) succedendo a Ferdinando di Breme (v.). Venne nominato anche presidente dell’Accademia Albertina di Torino (v.) dal 1869 al 1881 succedendo nuovamente a Ferdinando di Breme (v.). Ne portò avanti la linea riformatrice come disse nel discorso inaugurale all’Albertina del 9 gennaio 1870. Nell’occasione sottolineò che “il sentimento del bello è fatto anch’esso democratico”. Consolidò, così “l’indipendenza degli insegnanti e degli allievi, lasciando libero il campo alle migliori riforme” (Stella).
Istituì il corso di Ceramica Artistica, affidato a Giuseppe Devers (v.) che decorò il salotto della regina Maria Adelaide nel castello di Moncalieri; alla morte di Devers chiamò a dirigere il corso Bartolomeo Ardy (v.) (Dalmasso). Nel 1873 istituì ancora il corso libero del Costume Storico che ebbe grande importanza nel 1883 durante i lavori di costruzione del castello e del borgo medievale al Valentino in occasione dell’Esposizione Generale. Espose al Circolo degli Artisti (v.) dal 1865 al 1869 e alla Società Promotrice (v.) dal 1861 al 1868. Fu socio promotore de L’acquaforte (1869) e membro della Società degli Acquafortisti (1874, Giubbini). Alla “Esposizione cinquantenaria retrospettiva” della Promotrice (1892) fu esposto un paesaggio con la Veduta del castello di San Salvà di proprietà del conte Ernesto Balbo Bertone di Sambuy (v.), già esposto nel 1867 alla Promotrice e dal quale aveva anche tratto un’acquaforte. Fu ideatore nel 1872, con indicazioni riguardo al tema e alla metafora che lo doveva illustrare, del monumento al traforo del Frejus che oggi domina piazza Statuto a Torino, inaugurato il 26 ottobre 1879.
Panissera fece indire un bando di concorso presso l’Accademia delle Belle Arti, vinto dal giovane scultore Luigi Belli (1844/1919) (v.). Su una stretta ed alta piramide di massi campeggia la statua in bronzo del “Genio alato della Scienza” eseguita da Odoardo Tabacchi (1831/1905) e ai lati sono raffigurati i “Titani nell’atto di cadere”, eseguiti dagli allievi della scuola di scultura dell’Accademia Albertina. La metafora è chiara: la scienza vince sulla forza bruta, facendosi alfiere del progresso. L’iscrizione sul lato frontale del monumento recita: marcello panissera di veglio/presidente della r. accademia albertina/inventava/ l. belli eseguiva il bozzetto/ altri allievi di scultura/ diretti da o. tabacchi/ modellavano le statue/ b. ardy informava il concetto/ 1879.
Alla sua morte, venne commemorato da Gioachino Toesca di Castellazzo sull’Album della Promotrice del 1886.
Bibliografia:
Toesca di Castellazzo G. in “Album”, 1886; Stella 370-383; Juglaris, Memorie storiche, I (1870)-III (1884); Manno A, Il patriziato subalpino, (1906), Cd Edizione Vivant, 2000; Libro della Nobiltà italiana, ed. IX, vol. X, Roma 1937/1939; Dragone-Conti; Mostra del centenario della Società Promotrice delle Belle Arti, 1842-1942 128; Giubbini 222-223,328; Dalmasso F. Gaglia P. Poli F, L’Accademia Albertina di Torino, Torino 1982 52,58; Bellini 301; Dragone P. (1985-1920) 23,53; Gorgone G, Cannelli C, Il costume è di rigore, fondazione Camillo Caetani, museo napoleonico, Roma, cat. della mostra, 18 aprile-30 giugno 2002, 79; Reviglio della Veneria M.L, Tommaso Juglaris, un artista tra Europa e America, Michigan 2005 39; Archivio Storico del Senato della Repubblica.ù
Fonte: Cesare Giriodi Panissera di Monastero
Scheda a cura di: MR