Data e luogo di nascita: Asti, 1837

Data e luogo di morte: Torino, 24 ottobre 1884

Biografia:

Discendente da una nobile e ricca famiglia astigiana che annoverò tra i suoi membri importanti matematici come Plana e Lagrange. Figlio di Paolo, tenente colonnello d’armata, Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro (1848) e di Giulia Teresa di Michele Micheletti (Manno).

Fu allievo di Enrico Gamba (v.) all’Accademia Albertina (v.) ed iniziò ad esporre alla Società Promotrice di Torino (v.) nel 1859 con un dipinto in costume Un messaggio nel secolo XV in cui è indicato come “allievo del professor Gamba” (Catalogo degli oggetti d’arte ecc., 1859, 9). Stella lo indicò anche come allievo del milanese Carlo Silvestri (Stella 128). Si affermò nel 1861 con Gloria avvenire….! (Corsi; Mallé 1976). In quello stesso anno sull’Album della Promotrice (1861, pp. 55-57) sostenne il Mattino di Vincenzo Cabianca, ribadendo i principi del realismo contro la pittura di genere, romantica e storica. Andò per circa un anno nel 1864 a Parigi (v.) con Carlo Pittara e conobbe Constant Troyon e Camille Corot (Giubbini); poi si recò a Roma con Alfredo d’Andrade e Vittorio Avondo tra il 1865 e il 1866 dove rimase affascinato dall’opera di Mariano Fortuny. Scarso esito ebbe il suo incontro a Firenze, al Caffè Michelangelo, con i Macchiaioli. “Pittore di vaglia, autore del Ritorno da Terra Santa effigiato nel cortile del castello di Issogne” lo indica il Manno. Fu animatore di manifestazioni culturali e un attivo esponente del cenacolo di Rivara (v.) fin dal 1864.

Ebbe studio in piazza Vittorio Emanuele 16 a Torino. Espose con continuità alla Società Promotrice (v.) dal 1859 al 1882. Fu presente alla Retrospettiva del 1892. Espose al Circolo degli Artisti (v.) dal 1863 al 1882. Sposò (1870) Rosa, di Secondo Vicino (+ a Torino, 30 agosto 1901, Manno). S’interessò agli aspetti storico-archeologici del Piemonte medievale e si occupò di restauri e ricostruzioni, passione che lo accomunò ad Alfredo D’Andrade, Vittorio Avondo ed Ernesto Bertea. Fu scrittore e critico d’arte appoggiando il movimento realista che considerò necessario per andare verso il “nuovo”. S’interessò di didattica artistica, fu nominato Sovrintendente delle Scuole di Disegno Professionale di Torino nel 1873 e organizzò la scuola di Disegno Industriale. Socio della Società degli Acquafortisti (1874); particolarmente interessante appare l’acquaforte Verso sera del 1869, con un carattere spiccatamente corotiano e con un’intonazione romantica: la composizione è giocata sull’accostamento di una quinta scura di alberi e uno specchio d’acqua.

Le acqueforti di Corot cominciarono a essere pubblicate nel 1863 e giunsero in Italia grazie alle cartelle della Société des Aquafortistes. Per l’Esposizione Generale del 1884, Pastoris fornì il disegno per il padiglione della Città di Torino e si occupò della decorazione pittorica e scultorea del borgo medievale, fornendo i disegni ai pittori Alessandro Vacca e Carlo Follini. Fu nominato Commendatore della Corona d’Italia (1880, 16 luglio, Manno). Morì di nefrite a 47 anni e gli fu dedicato un partecipato necrologio su L’Illustrazione Italiana del 1884 da Luigi Chirtani. Lo Stella complessivamente non lo esaltò avvertendo nelle sue opere una discontinuità tecnica che sembrava disperdersi in molte maniere anche per una forte tendenza alla retorica e alla banalizzazione dell’episodio, come ne I signori di Challant, 1865 (Torino, GAM). Anche Mallè fu duro nei suoi confronti “ Pochissime opere riuscite, molto felici – come le Procellarie, 1881 (collezione privata) – ma sono momenti sperduti in una produzione che, a distanza di tempi, ricade negli stessi errori. Bella figura d’uomo, ma scarsa personalità artistica.” (Mallè 1976).

Oggi il duro giudizio su Pastoris dato da Stella e Mallè si è ribaltato ed è in corso una valorizzazione della sua opera per la penetrante qualità del lavoro e per gli arditi e lucidi tagli compositivi (Marini 2007) come Incamminiamoci del 1869.

Bibliografia:

Catalogo degli oggetti d’arte ammessi alla pubblica esposizione aperta il 1° maggio 1859 nel palazzo dell’Accademia Albertina per cura della Società Promotrice delle Belle Arti in Torino, V. Bona, Tip. della Reale Accademia Albertina, 1859, 9; Corsi di Bosnasco G, Gloria avvenire…! Quadro ad olio del conte Federico Pastoris di Asti, in “Album” 1861, 29-31; De Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani viventi, 1889; Stella 332; Juglaris, Carte sciolte; Manno A, Il patriziato subalpino, (1906), Cd Edizione Vivant, 2000; Comanducci (1934) 511; Dragone-Conti 140, 269 con regesto delle opere esposte; Mostra del centenario della Società Promotrice delle Belle Arti, 69 129; Marini G.L, Federico Pastoris in “Dizionario enciclopedico dei pittori e degli incisori italiani”, vol. VIII, Torino, Bolaffi, 1975; Mallè (1976) 3,74; Giubbini 223-236; R. Maggio Serra, Uomini e fatti della cultura piemontese nel secondo Ottocento intorno al Borgo Medioevale del Valentino, in “Alfredo D’Andrade. Tutela e restauro”, a cura di Cerri – Biancolini Fea – Pittarello, cat. della mostra, Firenze, 416, 1981, 24,29-32; Perosino M, Federico Pastoris di Casalrosso, in Castelnuovo, “La pittura Italiana. L’Ottocento”. Milano 1990, ed. 1991, vol. II 954; Maggio Serra (1993) 416; Marini (1995) 376, (2007) 656; Bellini 308/309, III vol. (2009) 499; Arte e collezionismo nella pittura dell’Ottocento e del Novecento, galleria Palbert, Torino 2002; Delleani e il cenacolo di Sofia di Bricherasio, cata. della mostra, (a cura di) Marini, Castello di Miradolo, San Secondo di Pinerolo, ottobre 2008/gennaio 2009; M. L. Reviglio Della Veneria, Recherche sui pittori di famiglia. Artisti della nobiltà tra XIX e XX secolo. Torino 2014

Scheda a cura di: FB