Data e luogo di nascita: Vienna, 12 aprile 1837

Data e luogo di morte: Torino, 24 febbraio 1909

Biografia:

Figlio di Ernesto colonnello di fanteria: grado di maggior generale (1834, settembre), ministro in Baviera; plenipotenziario a Vienna, e di Luisa Carlotta del marchese Marco Adalberto Pallavicino delle Frabose (Manno).

Fu “Mastro di cerimonie onorario, gran Croce della Corona d’Italia; commendatore dei SS. Maurizio e Lazzaro; cavaliere d’onore e devozione di Malta, 1859”  scrive il Manno, ma fu anche deputato, poi senatore del Regno durante la XV legislatura, dal 25 novembre 1883 e vice-presidente del Senato (1900, 14 giugno, Archivio storico del Senato della Repubblica). Sposò nel 1865 Bona del marchese Carlo de Ganay (n. a Parigi, 6 febbraio 1842, Manno). Partecipò alla vita pubblica torinese, dapprima come Soprintendente ai giardini pubblici (1870) e poi come assessore ai Lavori Pubblici. In collaborazione con Marcellino Roda, direttore dei Giardini reali dal 1869, fu attento gestore del verde pubblico. Insieme progettarono la trasformazione del giardino dei Ripari nell’aiuola Balbo, e gli squares di piazza Cavour e piazza Statuto. Tra il 1871 e il 1876 progettò l’ampliamento verso sud del parco del Valentino, per meglio ospitare la Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri che, dal 1861, si era insediata nel castello stesso. Incrementò i servizi per lo sport, lo svago e il divertimento della cittadinanza facendo allestire una pista di pattinaggio a rotelle, e permettendo che d’inverno il laghetto potesse essere usato come patinoir. Fu eletto sindaco di Torino tra il 1883 ed il 1886, ma si dedicò attivamente anche alla vita artistica torinese: s’iscrisse al Circolo degli Artisti (v.) nel 1864 ed espose alla Società Promotrice delle Belle Arti (v.) nel 1880 quattro pergamene miniate tra le quali Diploma del Foro torinese a S.E. il conte Federigo Sclopis. Anche la moglie Bona espose nello stesso anno alla Promotrice. Attivo nel consiglio direttivo della Società Promotrice dal 1863 al 1865, nel 1866 fu nominato vicepresidente fino al 1871 e poi presidente dal 1887 fino alla fine degli anni ’90, coadiuvato dal vicepresidente Gioachino Toesca di Castellazzo. Fu molto criticato da artisti come Marco Calderini e intellettuali come Giovani Cena che lo indicarono come “una cariatide dell’arte piemontese” per la sua posizione ritenuta “accademica” e avversa alle tendenze innovatrici dell’arte anche se cercò in realtà di mantenere alta nell’Italia riunificata la vocazione e la tradizione artistica del Piemonte sul finire del secolo XIX. Fu presidente dell’Esposizione Nazionale del Valentino nel 1884 e del comitato artistico alla I Esposizione Quadriennale di Torino del 1902. Venne nominato anche presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino (v.) dal 1886 al 1898 succedendo al conte Marcello Panissera di Veglio (v.) “per la moderna educazione dei giovani artisti … raccolse e fece onore alle tradizioni lasciate da Cesare di Benevello, da di Breme (v.) e da Panissera” (Stella). Fece pubblicare i nuovi Statuti e Regolamenti della Regia Accademia Albertina e nel 1890 il corpo insegnante risultò, per merito suo, al completo con l’incarico affidato allo scultore Odoardo Tabacchi e al pittore Giacomo Grosso. Fu membro del consiglio della Società Corale e membro fondatore della Società di Archeologia e Belle Arti. Nel 1899, fu eletto primo presidente della Società fotografica Subalpina. Nel 1902 risulta abitare in via Magenta 29. Iscritto alla Società degli Acquafortisti (1874), lasciò poche incisioni databili tra il 1870 e il 1871, ispirate al vedutismo romantico e alla lezione di Agostino Lauro, docente all’Accademia Albertina, come Da Adorno ad Oropa del 1871 (Giubbini).

Bibliografia:

Stella 629; Manno A, Il patriziato subalpino, (1906), CD ed. Vivant, 2000; Juglaris T, Memorie storiche, III (1884); Libro della Nobiltà italiana, ed. IX, vol. X, Roma 1937/1939; Avogadro di Vigliano F, Gli Scaglia e Giovanna Battista d’Albert de Luynes, VI contessa di Verrua, in “Rivista Biellese”, 1954, 12,20; Mostra del centenario della Società Promotrice delle Belle Arti, 93; Giubbini 201-202; Cassetti M, L’Archivio San Martino-Scaglia, in “Studi Piemontesi” marzo 1981, vol.X, fasc.1, 198-202; Dalmasso F. Gaglia P. Poli F, L’Accademia Albertina di Torino, Torino 1982 60; Dragone P. (1895-1920) 23, 52-53,56-57,126-128,233; Archivio Storico del Senato della Repubblica; Menietti P. Menietti E, Il Risorgimento nelle vie di Torino, itinerari, personaggi, notizie, Il Punto, Torino 2010,  245. 363.

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