Data e luogo di nascita: Torino, 16 aprile 1826
Data e luogo di morte: Torino, 3 maggio 1889
Biografia:
Fratello del futuro Arcivescovo di Torino e allievo all’Accademia Albertina sotto Michele Cusa, Giovan Battista Biscarra e Carlo Arienti, trascorse alcuni anni a Firenze, Roma e a Parigi alla scuola di Thomas Couture. A Parigi, non colse i fermenti dei mutamenti in atto e conservò un fare del tutto teorico e professionale. Guardò a Ingres e Gros.
Fu nominato professore di Pittura all’Accademia Albertina di Torino (dal 1860), dopo aver vinto il premio istituito dal marchese Di Breme alla Promotrice con il quadro Pietro Micca, Torino, Museo del Risorgimento. Diede così il via a quel filone pittorico di rievocazione storica che ebbe molta fortuna a quel tempo.
Alla sua scuola si formò un’intera generazione dei pittori attivi a Torino dopo il 1860. Fu considerato un grande maestro e da lui scese una scuola basata sul rigore del disegno, sul culto della forma e sullo studio rigoroso. I suoi quadri appaiono oggi “tanto pregni di verità fisica quanto di regole formali” (MALLÈ 32) La sua fu un’eccellente pittura tradizionale, da museo; una pittura da insegnamento, proprio perché estranea ad ogni arditezza (MALLÈ 32).
Tutti i lavori di Gastaldi furono sempre sostenuti da un ferreo rigore e somma bravura nel disegno e nella composizione, talvolta i contenuti letterari raggelarono la stessa ispirazione artistica.
Presentò con successo alla Promotrice torinese Il prigioniero di Chillon, (1854), ispirato ad un poemetto di Byron (1816), fu oggetto di una incisione all’acquaforte di Alberto Maso Gilli nel 1864 nell’Album della Promotrice.
Gerolamo Savonarola tratto in carcere (1856) e Pietro Micca (1858) furono le sue opere meglio riuscite. Nell’Innominato (1860) attenuò la carica emotiva per la resa puntigliosa; mentre l’Atala (1862) divenne un’opera magistrale condotta con rara perizia nella scelta dei particolari e nella qualità della luce che sottolinea il dramma: “il suo quadro migliore, più efficace, capace di dar spunti agli allievi per la drammaticità potenziale” (MALLÈ 32).
L’artista fece due versioni del quadro il Sogno di Parisina (Pennsylvania Academy of the Fines Arts, Philadelphia, 1852 e collezione privata, Torino, 1867). Vi raffigurò la fosca storia di Niccolò III d’Este, duca di Ferrara che nel XIV secolo, dopo aver sorpreso la propria moglie Parisina invocare nel sonno l’amante, fuori di sé per la gelosia decise di farlo uccidere dai sicari. L’amante era il figlio. Il dramma ispirò letterati come Matteo Bandello e Lope de Vega ma fu rilanciata da Byron nel 1816 che scrisse un poemetto. Bartolomeo Giuliano dipinse lo stesso soggetto nel 1861 e nel 1863 (Galleria d’Arte Moderna, Torino, 1861).
Bibliografia:
STELLA 195,206; JUGLARIS, Memorie storiche, I (1870); LAVIVI G. Andrea Gastaldi, studio critico, in “Gazzetta letteraria artistica scientifica”, XV, Torino 1891 286; THIEME BECKER, vol. XIII, 1920; CALDERINI M. Andrea Gastaldi, in “Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione”, Roma 1923, II 107-127; BRIZIO A.M., in Enciclopedia Italiana, XVI Roma 1932; COMANDUCCI (1934) 275; DRAGONE-CONTI; Mostra Centenario Promotrice 28,58; GIUBBINI 210-217; MALLÉ (1976) 32-33; CASTELNUOVO-ROSCI sch.755,764,800,144-1445; MAGGIO SERRA R., Andrea Gastaldi (1826/1889), ed. Allemandi, Torino 1988; MARINI (1995) 244; BELLINI 197; DRAGONE P. (1830-1865) 261; LEVI 111; DELLAPIANA E., Gli Accademici dell’Albertina (Torino 1823-1884), Torino 2002; Dipinti antichi, dipinti e sculture dell’800 e del 900 e contemporanei, Catalogo Galleria Sant’Agostino, Torino 2003
Scheda a cura di: MLRdV