Data e luogo di nascita: Stradella (PV), 1840

Data e luogo di morte: Torino, 1892

Biografia:
Ernesto Domenico Felice Pochintesta nacque a Stradella il 18 gennaio 1840, alle tre del mattino. Il padre Angelo e la madre Rosa Plana erano agiati proprietari terrieri che gli garantirono una buona educazione e lo assecondarono nella sua inclinazione artistica già evidente in giovane età. Al termine del suo primo periodo di formazione espose alcune tele di apprezzabile livello tra cui Alessandro Stella cita Il porto di San Mauro.
Il carattere e l’esuberanza giovanile, rafforzati dai primi riconoscimenti per le sue capacità artistiche, determinarono in lui l’inclinazione a vivere con una certa spensieratezza e allo spendere in allegre compagnie, pur non distraendolo dal continuare la sua formazione con un’adeguata applicazione. Come afferma Stella ”si può dire ch’egli abbia amato l’arte della vita quanto la vita dell’arte” .
Certamente Pochintesta fu colpito dalla figura di Massimiliano d’Asburgo che, alla morte del feldmaresciallo Radetzky, nel settembre 1857 si insediò a Milano con la carica di Viceré del Regno Lombardo-Veneto, fautore di una politica più liberale e aperta alla società civile rispetto al dispotico predecessore. Questa novità, l’età e l’adesione agli ideali risorgimentali che tanto infiammavano i giovani dell’epoca, lo condussero ad iscriversi alla Regia Militare Accademia, frequentando nel 1859 il corso suppletivo con sede ad Ivrea. Conseguito il grado di sottotenente nell’Arma di Fanteria, fu assegnato al 7° reggimento nel marzo del 1860. Successivamente entrò a far parte del 53° reggimento di stanza a Perugia, aggregato alla Divisione comandata dal Luogotenente Generale Raffaele Cadorna. Nel corso del 1863 fu nominato aiutante di campo del Generale, anche grazie alle capacità artistiche che all’epoca, non essendo ancora utilizzata la fotografia, erano molto apprezzate dai comandanti per rappresentare i campi di battaglia e di manovra delle truppe. Fu questo un momento importante per il suo futuro artistico, perché nel gennaio 1864 Cadorna fu nominato Comandante Generale della Divisione di Firenze e Pochintesta lo seguì, mantenendo la carica fino al novembre 1864 prima del suo congedo dall’esercito. Questo fatto gli permise di frequentare i circoli militari, nobiliari e borghesi che si apprestavano ad accogliere la corte sabauda, che dal 3 febbraio del 1865 si insediò ufficialmente a Firenze, fino al gennaio 1871 nuova capitale del Regno. In quello stesso periodo Firenze era in pieno fermento artistico, basti pensare al gruppo dei Macchiaioli ed alle loro novità tecniche e compositive, per cui forte era l’attrazione della città per i giovani pittori che aspirassero ad una affermazione artistica foriera di buoni guadagni. Fu in questo contesto che entrò in contatto con il conte Vittorio Avondo giunto a Firenze perché nel 1865 fu nominato componente della Commissione per l’apertura del museo del Bargello. Non è certo, ma è probabile che tra il ’65 e il ’66 Pochintesta abbia raggiunto il Messico per sostenere la causa di Massimiliano d’Austria nel ruolo di ufficiale dell’esercito, come riporta Marco Calderini nella biografia di Antonio Fontanesi. Ripresi i contatti con l’ambiente fiorentino, nel 1867 presentò un dipinto alla Esposizione solenne della Società di incoraggiamento delle Belle Arti di Firenze. Nella seconda parte degli anni ’60 entrò in rapporto di amicizia con Vittorio Avondo e con lui trascorse alcune estati in soggiorno a Rivara, entrando in contatto con gli artisti che si raccoglievano attorno a Carlo Pittara. Ebbe così modo di confrontarsi e approfondire le tematiche del vero naturale e del paesaggismo en plein air che tanto lo interessavano.
A cavallo degli anni ’70 fu allievo di Antonio Fontanesi insieme a Carlo Pollonera, Vittorio Bussolino, Carlo Stratta, Giovanni Piumati e numerosi altri artisti che frequentarono il maestro presso l’Accademia Albertina a Torino. In quel contesto ebbe modo di perfezionare anche il disegno e l’acquaforte, tecnica espressiva cui si dedicò con interesse nel corso degli anni.
Da maggio a giugno del 1873 Pochintesta fu coinvolto nei restauri del castello di Issogne dall’amico Vittorio Avondo, che nel giugno del 1872 lo aveva acquistato all’asta per 20.500 Lire dal barone Marius de Vautheleret. Nell’impresa insieme a Pochintesta coinvolse anche altri artisti in primis Alfredo d’Andrade, mente direttrice dei lavori, e Giuseppe Giacosa. Gli eventi di quel periodo furono amenamente raccontati da Giacosa sul Fanfulla e in alcune sue lettere, dove Pochintesta era descritto nelle vesti di cuoco, di vivace rompiscatole, oppure di montanaro pronto per una gita, ma soprattutto come pittore paesaggista che “andava a dipingere sotto i castani”. Gli articoli comparsi sul Fanfulla raccontano di un Pochintesta pieno di vita durante una lunga gita di 16 ore in compagnia di Federico Pastoris e Casimiro Teja, in cui incorse in un gran ruzzolone, fortunatamente senza conseguenze. Teja trasse spunto dall’episodio per una vignetta satirica sul Pasquino e, riferisce Giacosa, Pochintesta “tutto orgoglioso, portò di già il giornale a tutte le notabilità femminine d’Issogne e di Verrès, per muoverle ad ammirazione e a compassione dei propri casi” .
In quegli stessi mesi alla mostra della Società Promotrice di Belle Arti di Torino espose il dipinto Rive del Po, citato su L’Arte in Italia come meritevole di “menzione di lode”, da cui trasse in seguito una riuscita acquaforte di moderna concezione per luce e tratto d’incisione.
Rientrato a Torino dopo il periodo trascorso in Valle d’Aosta, Pochintesta espose al Circolo degli Artisti l’opera intitolata A Issogne.
Nel 1874 divenne socio della Società degli Acquafortisti.
Nel corso del 1875 lasciò Torino e raggiunse Stratta, Pasquini, Pollonera e Calandra a Parigi, ambiente adattissimo ai suoi ideali e meta d’obbligo dell’epoca per confrontarsi con le novità artistiche alla moda nel mercato internazionale. Esperto della composizione paesaggistica perfezionata alla scuola di Fontanesi, fu subito attratto profondamente dalla poetica e dalla tecnica di Corot.
Consigliato da Fontanesi e seguendo le scelte di Stratta, Pasquini e Pollonera, ebbe modo di frequentare a Villiers-le-Bel lo studio del maestro Thomas Couture, che come riferisce Calderini “non teneva più allievi, ma consentì a dar consigli quando occorresse” .
Le sue buone capacità pittoriche gli permisero di esporre al Salon del 1876, presentando il dipinto Un chemin e al Salon del 1877 con ben due dipinti Fontaine, aux environs de Villiers-le-Bel e Un chemin (per regolamento diverso da quello presentato all’esposizione dell’anno precedente), riportato nel catalogo di proprietà di M. Gaillard.
Il barone Emile Gaillard, uno dei 15 banchieri reggenti dell’allora privata Banque de France, era personaggio di rilievo nella società parigina del tempo. Allievo prediletto e amico di Chopin, era appassionato di arte medioevale e rinascimentale. Disponendo di un ingente patrimonio economico familiare, nel 1878 aveva fatto edificare la propria dimora in stile neogotico, ispirandosi all’architettura di Luigi XII, in modo da accogliere nel modo più appropriato la propria collezione artistica. Alcuni mobili e la pregiata boiserie ancora oggi collocata nella sala da pranzo provenivano dal castello di Issogne. La ricca collezione di dipinti moderni (Couture, Decamps, Diaz, Dupré….) era collocata nelle camere private.
Dall’epistolario di Fontanesi, riportato da Calderini, relativo a questo periodo parigino, emerge tutto l’affetto fraterno per Pochintesta da parte del maestro che nella lettera inviata il 4 giugno 1876 a Carlo Stratta gli ricorda “saluti gli altri, faccia far giudizio al Pochintesta” e in una successiva del 15 giugno 1877 da Tokio “A Pochintesta una buona tirata d’orecchie” : evidentemente a Parigi Pochintesta non aveva certo mutato il carattere spensierato.
Nella stessa lettera del 1876 emerge da parte del maestro tutto “lo sbalordimento per essere stato rifiutato al Salon” . Il suo dipinto Melanconie autunnali non era stato ammesso alla 93e Exposition e, essendo ormai prossima la sua partenza per il Giappone, Fontanesi aveva necessità, per far fronte alle spese del caso, di realizzare un guadagno dalla vendita del quadro. Conoscendo le capacità di Pochintesta nell’intrattenere relazioni e le sue entrature sociali, Fontanesi già l’11 maggio 1876 aveva inviato a Stratta una lettera in cui a proposito del quadro si raccomandava in questo modo ”e dico a lei e Pochintesta: mettetevi in quattro per avermi un po’ di denaro sonante e sarà un remo a un naufrago, nelle spese di questa mia partenza” . In un’altra lettera del 26 giugno 1876 ancora confidava nella intraprendenza di Pochintesta scrivendo “le raccomando, caro Carlino, ed insieme a lei mi raccomando al Pochintesta, perché a qualunque prezzo vendiate quel mio disgraziato quadro”. Ma i gusti del mercato d’arte parigino si indirizzavano diversamente per cui l’opera non fu venduta a Parigi e trovò invece collocazione a Ginevra presso il mercante e amico Victor Brachard.
Durante la permanenza a Parigi, con la sua arte Ernesto Pochintesta riuscì a garantirsi un decoroso tenore di vita, soprattutto nel periodo in cui entrò in rapporti di amicizia con un principe asiatico, al quale dava lezioni di pittura apprezzate e ben retribuite. Nella seconda parte del suo soggiorno si dedicò alla pittura esclusivamente parigina, sviluppandone i temi e riproducendo soggetti della vita cittadina dei boulevards e delle rive della Senna.
Ritenendo conclusa l’esperienza artistica parigina e provando l’irresistibile nostalgia dei luoghi e delle amicizie piemontesi, nel 1880 ritornò a Torino e vi si stabilì definitivamente. In questo periodo si dedicò a dipingere una grande quantità di quadri con paesaggi e scene di paese, alcuni dei quali molto interessanti per le finissime qualità di disegno e di colore. I dipinti, pieni di gusto e di grazia parigina, trovavano facilmente compratori anche perché Pochintesta li cedeva a un prezzo relativamente modico.
Nel 1884 curò, insieme a Edoardo Calandra e Maso Gilli, l’illustrazione della Guida illustrata al castello feudale del XV secolo, realizzata in occasione dell’edificazione del Castello Feudale per l’Esposizione Generale Italiana tenutasi in quell’anno a Torino.
Nel 1887, desideroso di dare stabilità e tranquillità alla propria vita, sposò Ida Negri, di ventuno anni più giovane di lui.
Nel 1888 ebbe l’onore di esporre due dipinti all’Esposizione Italiana che si tenne a Londra, promossa e fortemente voluta da Mr. John Whitley, Direttore Generale dell’Esposizione, che attivò tutte le sue altolocate conoscenze italiane e soggiornò alcuni mesi in Italia per preparare al meglio l’evento. L’Esposizione si tenne sotto l’alto patronato del Re Umberto I e del Primo Ministro Francesco Crispi. Il Governo ritenne opportuno selezionare undici dipinti e quattro sculture a propria rappresentanza scegliendo artisti come Guglielmo Ciardi, Giuseppe Palizzi, Filippo Carcano e Luigi Nono, Eugenio Maccagnani e Achille D’Orsi.
Negli anni successivi, incorso in difficoltà economiche per investimenti sbagliati, Pochintesta entrò in uno stato depressivo che minò irreversibilmente la sua salute. Malgrado le amorose cure ed il conforto della moglie, la sua vita si concluse alle 10 del mattino del 13 gennaio 1892.

Dipinti esposti (dai Cataloghi) Esposizione solenne della Società di incoraggiamento delle Belle Arti di Firenze: 1867: 155, Veduta con barca.
Circolo degli Artisti di Torino: 1871: 76, C’e n’è per tutti; 1872: 79, Ricordo delle Langhe; 1873: 110, A Issogne (Val d’Aosta) .
Società Promotrice delle Belle Arti di Torino: 1872: 161, Rafa; 1873: 202, Rive del Po; 1874: 221, Passo cattivo, 437, Cassetta a fiori (pittura a smalto); 1884: 1434 bis, Campagna ferrarese; 1885: 259, Via al macello, 595, Paesaggio (impressione dal vero); 1886: 468, Un orto, 528, Mattino d’aprile, 535, Pascolo, 615, La via a S. Paolo; 1887: 277, La via ai monti, 284, Erano là!… , 341, Nei viali; 1888: 118, La neve (impressione), 387, Aprile, 446, Sui monti; 1889: 42, Ritorno dal pascolo, 148, Il pascolo, 153, Poveri cavoli; 1890: 462, Sui monti, 1891: 42, Isola S. Giorgio a Venezia; 365, Ove fu la grande battaglia.
Esposizione di Belle Arti di Milano 1881: 1881: 50, Un brutto incontro 1885: 179, All’ombra; 1888: 310, La merenda.
Esposizione Nazionale Artistica di Venezia 1887: 1887: 33, Nei campi.
The Italian Exhibition, West Brompton, Earl’s Court & West Kensington, London 1888: L’abbeverata del bestiame; Sull’Appennino.
Esposizione retrospettiva di Pittura e Scultura in Piemonte 1842-1891: 1892: 349, Servetta, 352, Costume Egiziano, 353, Presso Torino 354, Villier le Bel (studio)

Bibliografia:
BELLINI E., Pittori piemontesi dell’Ottocento e del primo Novecento, 1998, 327 e 328; BENVENUTI A., Pubbliche Esposizioni di Belle Arti. Società Promotrice di Torino in “L’Arte in Italia”, Anno V, Dispensa V, Maggio 1873,78 e 79; CALDERINI M, Antonio Fontanesi. Pittore Paesista 1818-1882, Torino 1925, 165,166,167,172; GAILLEMIN J.L. Hôtel Gaillard, un classement attendu, in “Connaissance des arts”, avril 2000, n°571, 56-63; GIUBBINI G. L’acquaforte originale in Piemonte e in Liguria; 1860-1875, Genova 1976, 247-249; JUGLARIS T., Memorie storiche – II (1875); NARDI P., Vita e tempo di Giuseppe Giacosa, Milano 1949, 209,212,217, 218,248,249,260,460; STELLA A., Pittura e scultura in Piemonte, 1842-1891. Catalogo Cronografico Illustrato della esposizione retrospettiva 1892, Torino,1893, 493 e 494; Gazzetta Ufficiale Del Regno d’Italia, Supplemento al n. 72 del 24 marzo 1860; Gazzetta Ufficiale Del Regno d’Italia, n. 271 del 16 novembre 1864; Fanfulla, 3/4/5 luglio 1873, Anno IV, Num. 177/178/179; Pasquino, domenica 15 giugno 1873, Vol. XVIII, Num. 24; Catalogue de Tableaux modernes, par Th. Couture, Diaz, J. Dupré, Ch. Jacque, Leys, Ricard, Oeuvres capitales de DECAMPS, Aquarelles, Sépias, Dessins par Decamps, Isabey, Leys, composant la Collection Emile GAILLARD et dont la Vente aura lieu à Paris, Galerie Georges Petit, le mardi 7 juin 1904, imprimerie George Petit Paris,1904; Explication des ouvrages de peinture, sculpture, architecture, gravure et lithographie des artistes vivants exposés au Palais des Champ-Elysées le 1er Mai 1876, Salon de 1876, 93e Exposition Officielle depuis l’année 1673, Imprimerie Nationale, Paris, Sezione Peinture 205, numero 1658; Explication des ouvrages de peinture, sculpture, architecture, gravure et lithographie des artistes vivants exposés au Palais des Champ-Elysées le 1er Mai 1877, Salon de 1877, 94e Exposition Officielle depuis l’année 1673, Imprimerie Nationale, Paris, Sezione Peinture 218, numero 1718 e 1719; Esposizione generale italiana, Torino 1884, Catalogo ufficiale della Sezione Storia dell’Arte, Guida iIlustrata al Castello Feudale del secolo XV, 26,29,51,73,75,79; Italian Exhibition in London.1888. Official Guide, Printed & Published by Waterlow & Sons Ltd, London; Registro degli Atti di nascita e di battesimo, parrocchia S.S. Nabore e Felice, Stradella, anno 1840, registrazione al n°15; Estratto per riassunto dell’Atto di morte, Città di Torino, Certificazioni Demografiche; Scheda anagrafica di Ernesto Pochintesta, Archivio di Stato Torino.

Scheda a cura di: Roberts Mazzuconi